Tecnologia

Campioni e Social, non improvvisare!

By 29 Giugno 2018Maggio 24th, 2022No Comments

Chiacchiere percepite in un bar romano: “Rega’… Ma ora che Radja è passato all’Inter, i suoi follower romanisticontinueranno a seguirlo?”. Lì per lì sembrava una battuta, ma pensandoci meglio il tema non è di poco conto. Personaggi del calibro di Nainggolan, con 135mila follower attivi su Instagram, possono permettersi di usare i media digitali come se parlassero al bar con gli amici? Non c’è un serio rischio di cattiva reputazione per se stessi (ricordate il video postato a Capodanno dall’ex romanista in versione “alcolica”?) e di danno all’immagine della società di appartenenza?

Di pensiero in pensiero, ci siamo chiesti se un “pericolo social” esista anche per gli sportivi non famosi: come devono regolarsi i giovani campioni, specialmente quelli che gareggiano in discipline meno popolari rispetto al calcio? Devono continuare a “cazzeggiare” su Facebook e Instagram, o è meglio per loro stessi e per la loro futura carriera se iniziano a considerare i social come uno strumento professionale di personal branding?

Un caso recente di star sportiva distratta dal rapporto con i follower è quello di Gianmarco Tamberi, campione europeo in carica e recordman italiano assoluto di salto in alto. “Jimbo”, come è soprannominato dai suoi tifosi, ha deciso di chiudere la saracinesca e prendersi una pausa dalla frequentazione con la piazza virtuale. “Mi assenterò per un po’ dai social – ha scritto su Instagram – finché non mi sentirò di nuovo all’altezza di questa pagina e di essere sostenuto da cosi tante persone”. Non deve essere stata una decisione facile, la sua. Dicendo basta ai social (almeno per il momento), Tamberi ha dovuto andare contro la sua natura scanzonata ed estroversa.

È probabile che i risultati non brillanti di inizio stagione – conseguenza di un serio infortunio alla caviglia – lo abbiano spinto a non disperdere le energie nervose in attività non direttamente legate al suo “core business” di saltatore. Una conferma di questo arriva dalle parole di Marco Tamberi, allenatore e padre di Jimbo, intervistato dalla Gazzetta dello Sport: “È una difficoltà che viene da lontano, da certe umane inibizioni inconsce, che nascono a tutela della parte del corpo che ha subito un’offesa. Il cervello, ora, deve dire all’atleta che la caviglia sta bene. È questione di tempo”. Mente e corpo in sintonia, con i social che possono intromettersi come elemento di disturbo che riduce la concentrazione.

Ma i grandi super-eroi della Rete, come Valentino Rossi (23 milioni di follower sommando Facebook, Twitter e Instagram), Mario Balotelli (20 milioni) e Andrea Pirlo (17 milioni), come fanno? In che modo riescono a tenere testa a immense popolazioni di fan da tastiera? Come fa Federica Pellegrini a rispondere a un milione e mezzo di follower che, tra Instagram e Twitter, la martellano in continuazione?

Se siete d’accordo, lascerei da parte questi big. Livello affascinante, magari ispirante per qualcuno, ma irraggiungibile. Dietro di loro c’è infatti un mondo costruito per il business: esistono intere aziende di esperti di marketing e social media manager pagati a peso d’oro. A noi comuni mortali conviene in ogni caso attrezzarsi con i mezzi a disposizione, visto che per un atleta che inizia ad affermarsi è indispensabile gestire comunque il proprio brand personale (non solo verso i tifosi, ma anche nei confronti degli addetti ai lavori: manager, giornalisti, concorrenti, tecnici, coach) per evitare di affidarlo al caso (e agli incidenti di reputazione!).

Per restare nel perimetro dell’ISMCI (Istituto Internazionale per la formazione di Sport Mental Coach e l’erogazione di Mental Coaching) vi consiglio di approfondire l’argomento nelle pagine del sito dove si parla dei servizi forniti agli atleti. Personal Branding e Social Media Management non dovrebbero mancare nella vostra agenda delle aree da approfondire. Troverete chi vi aiuterà a definire la strategia di storytelling e sviluppare una narrazione coinvolgente, onesta e coerente con i valori dell’atleta. L’obiettivo è di costruire e intrattenere una community, attraverso un processo di creazione di contenuti spontanei e originali.

Alessandro Dattilo

Alessandro Dattilo

Giornalista, storyteller, blogger, formatore, ghostwriter. Aiuta aziende e professionisti a raccontare la loro storia, a trasferirla sul web, a farla diventare un libro. Tiene seminari su Brand Journalism e Scrittura Efficace per il Business. Oggi è Senior Content Manager per Roberto Re Leadership School e Stand Out – The Personal Branding Company e docente del programma HRD – Da Manager a Leader. Fondatore di TorinoStorytelling e RomaStorytelling, ha scritto e parlato per quotidiani nazionali, network radiofonici e tv locali. Sul web ha lavorato come consulente editoriale e content manager per il Gruppo Enel, Ferrovie dello Stato, Treccani, Ferpi, Fastweb, Reale Mutua, Comin & Partners e molti altri. Per Mondadori ha pubblicato nel 2014 il libro "Scrittura Vincente", una guida pratica su come usare la parola scritta per raggiungere più facilmente i propri obiettivi in campo aziendale, commerciale, professionale.

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