
Basta andare in un parco, lungo un fiume o sul bagnasciuga di una spiaggia per accorgersi che la corsa – intesa come jogging – non è più un fenomeno di introspezione con se stessi e di distacco da tutto il mondo che ci circonda. Anche il settore del running è stato (purtroppo o per fortuna) “contaminato” dall’innovazione tecnologica: chi corre regolarmente, chi vuole restare al passo con i tempi, difficilmente riesce a resistere alla tentazione di rimanere connessi anche durante una sgambata detossinante.
Se appartenete infatti alla schiera di coloro che, quando fanno jogging, escono di casa armati di cellulare e App al seguito, alzi la mano chi di voi non ha mai fatto ricorso ad applicazioni come Runtastic, Nike+ o RunKeeper? Se state facendo “sì” con la testa, allora saprete tutto circa le opzioni che offrono queste meraviglie tecnologiche: parliamo di geolocalizzazione per tracciare, condividere e archiviare tutte le nostre performance, ma anche di possibilità di scegliere una personale playlist, di scattarsi un selfie, di restare connessi sui social per entrare in competizione con altri amici runners. Oltre a questo, le App in questione ci forniscono le preziose mappe dei percorsi da affrontare, i tempi parziali registrati al chilometro fino alle calorie bruciate (utili a gratificarsi nonostante il fiatone…).
Insomma, un vero e proprio mondo che ci rende tutti in qualche modo dei “piccoli trainer” di noi stessi. Un fai-da-te che fa riflettere e che evidenzia come oggi anche la semplice corsa per tenersi in forma sia costretta a fare i conti con la nostra poca disponibilità di tempo. Spieghiamoci meglio. Per colpa dei ritmi frenetici – e per il fatto di essere viziati dalla tecnologia che ci aiuta a raggiungere risultati immediati in molti settori della nostra vita – tutti avremmo bisogno del supporto di uno speciale personal trainer. Diciamo un vero e proprio coach, che ci aiuti in famiglia (modello SOS Tata), sul lavoro e magari anche nella messa in atto dei nostri hobby personali.
Sappiamo bene che i puristi della corsa (e non solo della corsa) replicheranno a tutto questo con frasi tipo “lasciateci in pace con noi stessi!” “almeno quando corriamo vogliamo avere la mente libera da distrazioni e tecnologia!”. Lo sappiamo e lo rispettiamo. Ma da coach sportivi sappiamo anche che le persone hanno un gran bisogno di essere spronati “a non mollare”, specie quando il ritmo della corsa perde di intensità, di essere motivati da una frase giusta al momento giusto.
Lo sport oggi – in un’epoca sempre più veloce e tecnologica – è diventato un’ancora di salvataggio per stare bene con se stessi, intesi come mente e corpo. Lo sport è ispirazione, motivo all’azione. È una metafora che ci insegna a padroneggiare le nostre emozioni nel momento della performance: se riusciremo infatti a superare quella salita che ci sta di fronte, nonostante il sudore e la stanchezza, è probabile che la nostra mente saprà attingere a quel genere di risorse anche per valicare le innumerevoli salite della vita.
Viva dunque lo sport, agonistico o amatoriale che sia. Viva le App che funzionano da sostegno alla nostra motivazione. E viva più che mai il coach – in carne e ossa o virtuale, come nel caso della piattaforma Sport Power Mind – che ci aiuta a raggiungere i nostri obiettivi grazie alle stesse tecniche vincenti usate dai più grandi campioni dello sport!