“Ero bloccata in gara e in allenamento. Avevo l’ansia di lavorare male e gareggiare peggio. Solo facendo un grande training mentale su me stessa sono riuscita a mettere ordine e a far arrivare i risultati che aspettavo”.
Càpita – nella vita di un atleta – di seminare per anni e raccogliere poi tutto insieme. Uno si allena, s’impegna, rinuncia a tante cose della propria vita personale e familiare. Sempre con l’idea di raggiungere traguardi sportivi e consolidare un percorso importante per la propria carriera di professionista. Ma le vittorie, appunto, non arrivano come per magia. Ci vuole tempo, il giusto tempo di maturazione fisica, tecnica e mentale. Così è capitato alla giovane Margherita Panziera, 23 anni, grande promessa del nuoto italiano.
Margherita in estate ha vinto nei 200 dorso la medaglia d’oro agli Europei di Glasgow. Sempre in Scozia ha conquistato quella di bronzo nella staffetta 4×100 mista. Così come di bronzo era la medaglia vinta nei 200 dorso un anno fa, agli Europei. Ma il suo sguardo è tutto proiettato nel futuro: un futuro prossimo (i Mondiali in Cina che partono la prossima settimana) e i Giochi Olimpici di Tokyo (2020) e di Parigi (2024).
“Il mio è stato un percorso di alti e bassi – racconta l’atleta veneta, di Montebelluna (Treviso) – poi il 2018 è stato l’anno della svolta”. In questi ultimi mesi la Panziera si è messa al collo quattro ori ai Giochi del Mediterraneo e ha centrato il titolo europeo nei 200 dorso con record della manifestazione. “È come se tutto il lavoro fatto da quando ho iniziato a nuotare abbia dato tutti i propri frutti in un colpo solo”.
In vasca solitamente è aggressiva, sebbene nella vita di tutti i giorni sia una ragazza timida, riservata. “Se potessi fare un paragone con un personaggio immaginario, penso a Mulàn, l’eroina della Disney, principessa e guerriera a seconda delle circostanze!”. La sua mente ha fatto un salto di maturità, ha sbloccato un meccanismo che le portava ansia: “Prima in gara andavo un po’ nel panico, avevo paura di staccarmi al primo 50, andavo subito a tutta e poi non ne avevo più. Dal 2017 ho deciso di andare in acqua come se non mi importasse dei risultati. E ho iniziato a vivere anche gli allenamenti più serenamente. Mi sono fatta aiutare dal nostro mental coach, sono cresciuta e cambiata: l’aiuto esterno è importante ma qualsiasi cosa deve nascere da te”.
Margherita ha cominciato a nuotare a quattro anni e da allora non ha mai abbandonato la vasca, lunga o corta che fosse. Ha scelto il dorso “perché potevo respirare quando volevo” e ne ha fatto la sua specialità. Il momento critico arriva nel 2016, ai Giochi Olimpici di Rio in Brasile. La nuotatrice non è consapevole di avere la mononucleosi e il citomegalovirus, le sue prestazioni non sono buone. “Ma ho fatto tesoro di quegli errori e quest’anno i risultati sono arrivati!”
Glasgow 2018 ha rappresentato la prova del nove. Tutti gli atleti italiani stavano vincendo medaglie a ripetizione e a Margherita toccava l’ultima gara. “C’era l’ansia di restare l’unica a mani vuote, ma grazie al lavoro mentale ho deciso di guardare il lato migliore della situazione. Far parte di un gruppo vincente ti dà energie positive e le ho sfruttate!”.
Interessante anche il cambio di prospettiva: “Ho capito che l’obiettivo personale doveva essere legato al tempo da realizzare, il piazzamento è una conseguenza diretta. Infatti, se il mio tempo in gara è ottimo e una rivale fa meglio di me, le faccio i complimenti. E sono a posto con la coscienza”.
Che la sua mente sia più focalizzata su quello che davvero conta per lei, lo dimostra anche il percorso di crescita personale legato agli studi. La Panziera è laureata in Economia Aziendale Internazionale (con una tesi sulle Olimpiadi) e ora sta frequentando la Magistrale di Marketing alla Luiss. “Con la testa di oggi, nel mio futuro vedo le Olimpiadi: Tokyo 2020 e Parigi 2024. Sono maturata e anche quando non ho vicino l’allenatore, trovo in me stessa la sicurezza che prima non avevo”.
Essendo bionda e alta, viene paragonata a Federica Pellegrini. Ma il suo approccio è un altro: un romanticismo difeso con determinazione. A partire dall’11 dicembre, a Hangzhou in Cina, il mondo del nuoto si esibirà nella rassegna iridata in vasca corta. “Voglio divertirmi – dice lei – migliorare, gareggiare ad alto livello e godermi la competizione. Come ho imparato a fare negli ultimi tempi”. Anche se non è una vera principessa, Margherita-Mulàn in Cina si troverà nella sua zona di comfort. Perché fare il guerriero, ora, le riesce particolarmente bene.