
Come lavorano mental coach e calciatore? Quante volte si vedono? Come gestiscono il loro rapporto? Provo a rispondere, premettendo che parlo a titolo assolutamente personale: non esistono regole, ogni mental coach, infatti, ha il suo metodo di lavoro. Non esistono il giusto e lo sbagliato, esiste l’efficace. Se un calciatore è soddisfatto e si sente supportato nel conseguimento dei suoi obiettivi, vuol dire che il rapporto funziona e che il mental coach sta facendo il proprio dovere, punto.
Ogni rapporto tra calciatore e mental coach fa storia a sé ed è facilitato dal fatto che oggi le modalità di comunicazione sono molteplici: Whatsapp, SMS, mail, telefonate, Skype, incontri dal vivo. A mio avviso, è fondamentale un incontro dal vivo ogni tre, massimo quattro settimane. Se questo non è possibile per motivi logistici, l’incontro dal vivo può essere sostituito da una sessione telefonica o via Skipe.
E’ mia abitudine inviare sintesi scritte successive alla sessione dal vivo o via Skype: in questo modo ciò che è stato detto può essere riletto, memorizzato e ridiscusso. Non solo, così facendo sessione dopo sessione viene a crearsi una vera e propria storia scritta del percorso intrapreso.
E’ fondamentale che il mental coach dia al calciatore la disponibilità quotidiana via Whatsapp o via SMS: a volte basta un breve scambio di battute per mettere a fuoco una situazione. La vicinanza quotidiana è fonte di rassicurazione e fa sì che il calciatore non viva il mental coach come un maestrino con la penna rossa, bensì come una persona su cui contare in qualsiasi momento. Credo nell’informalità del rapporto, nell’empatia; i calciatori che ottengono i migliori risultati dall’allenamento mentale sono coloro che non si limitano alla sessione trisettimanale ma che ti coinvolgono, anche quotidianamente, con osservazioni, pensieri, dubbi ed emozioni. Con i miei ragazzi insisto spesso su questo punto: “usate” il vostro mental coach.
Calciatore e mental coach possono diventare amici? Certo che sì. Nulla vieta di andare a mangiarsi una pizza o passare una serata insieme. Sta alla loro intelligenza tenere ben distinti amicizia e professione. E del resto non è così in ogni ambito di lavoro?