Golf

Tiger Woods ha chiuso il cerchio

By 17 Aprile 2019Maggio 24th, 2022No Comments

Ho parlato con Tiger – ha spiegato Donald Trump su Twitter – e dopo essermi congratulato con lui per una delle più belle vittorie in rimonta nella storia dello sport, gli ho annunciato che lo premierò con la Presidential Medal of Freedom”.

Tiger Woods storia

Dopo la strepitosa vittoria al Masters 2019, quindicesimo Major della carriera e quinto successo nello storico appuntamento al National Golf Club di Augusta (Georgia, Stati Uniti), prosegue dunque il momento magico di Tiger Woods. Il fuoriclasse californiano riceverà dal Presidente Usa la massima onorificenza civile degli Stati Uniti d’America. Il suo nome comparirà al fianco di leggende dello sport come Michael Jordan, Jesse Owens, Muhammed Alì, Arthur Ashe. Dopo Jack Nicklaus e Arnold Palmer, il giocatore statunitense diventerà il terzo golfista nella storia a ricevere questa prestigiosa onorificenza.

Ciò che colpisce del 43enne Tiger è la rinascita, avvenuta dopo un viaggio all’inferno durato un intero decennio. Pochi esseri umani, non solo pochi sportivi, sarebbero riusciti a rialzarsi dopo una così incredibile serie di batoste, sia psicologiche che fisiche. Ricordate no? Dopo aver iniziato a vincere (da predestinato) il suo primo Augusta Masters nel 1997, in undici anni di dominio incontrastato Woods vince 14 Major in totale. È sul tetto del mondo.

Tiger Woods 1997

Ma dall’alto si può solo cadere. E nel 2009 si schianta con la sua Cadillac, la moglie scopre i tradimenti e chiede il divorzio, gli sponsor lo abbandonano e lui si ritira dalle gare. Verrà poi ricoverato in una clinica per sesso-dipendenza, si lesionerà il tendine d’Achille. Fino al 2013, dove quasi per miracolo torna a occupare la prima posizione del ranking.

Come per ogni eroe, la storia non è finita né tantomeno i conflitti e i nemici da combattere. Nel 2014 arrivano i problemi alla schiena, che lo costringeranno nel tempo a subire quattro interventi chirurgici. Ma non solo. Nel 2017 sarà arrestato in Florida per sospetta guida in stato di alterazione. La polizia lo trova addormentato al volante della sua Mercedes con il motore acceso, sotto l’effetto di antidolorifici e antidepressivi per combattere il dolore.

Tiger Woods declino

E quando tocchi il fondo puoi solo risalire. Tiger non si dà per vinto e torna a lottare: nell’agosto dell’anno scorso arriva a un colpo da vincere un Major (US Open), mentre in settembre torna alla vittoria (Tour Championship) dopo quasi duemila giorni. Fino alla Green Jacket (la quinta nella sua carriera) indossata dopo il trionfo nell’Augusta Masters del 14 aprile 2019.

Mi ritengo fortunato di poter giocare ancora a golf – ha spiegato alla fine ai giornalisti – fino a due anni fa non riuscivo nemmeno a piegarmi per allacciare le scarpe. Potevo a malapena camminare. Non riuscivo a sedermi, a sdraiarmi. Non potevo fare praticamente niente. Ora sento di aver chiuso un cerchio: mio padre era qui nel 1997, adesso sono io padre, e sono qui con i miei due figli“.

Com’è accaduto che la mente di Tiger Woods sia tornata a dare i giusti ordini a tutto il suo corpo, e di conseguenza ai suoi automatismi da campione?

“Tiger woods è un fuoriclasse, e sa come si vince e cosa si prova quando si vince. Ripescare nei files della memoria e dell’inconscio ciò che è accaduto, quali sensazioni positive devi ascoltare per riprodurre dei colpi vincenti, è più facile che costruire dal nulla, dichiara Lorenzo Marconi, amministratore di Sport Power Mind e mental coach di alcuni golfisti.

Tiger Woods foto

Possiamo aggiungere che forse solo Tiger ha sempre pensato di poter tornare ai vertici. Come ha scritto Valentina Buzzi su “Ultimo Uomo“, rispetto a tutti gli altri Woods sembra avere qualcosa in più, o almeno qualcosa di diverso, in grado di proiettarlo al di là di ogni classifica. Un ‘quid’ di indefinibile e innato che accompagna solo i più grandi. “È un mix di carisma, personalità e voglia di primeggiare – spiega – che amplifica le doti tecniche. Nei primi anni, Tiger Woods ha rappresentato per il golf quell’idea di dominio asfissiante, che il successo cioè non debba passare solo superando gli avversari ma annullandoli definitivamente. In molte occasioni Tiger ha trionfato anche a un passo dalla sconfitta, appellandosi al suo mostruoso autocontrollo psicologico. Mentre gli altri tremano nei momenti di massima tensione agonistica, Woods sembra migliorare all’aumentare della pressione“.

“Nelle ultime nove buche del Masters, dal punto di vista della pressione inizia un altro torneo. In questa edizione c’erano tanti campioni pronti a giocarsi la vittoria e tutti hanno commesso degli errori anche gravi, giocandosi la possibilità della vittoria finale. Tiger ha mantenuto freddezza e concentrazione fino all’ultima buca, dimostrando lucidità tattica e di gioco. Lo sguardo era sempre in avanti, fiero, sicuro, tipico di chi è nel peak state, l’occhio era quello della tigre. Ha prima inseguito Molinari e Finau, giocando sicuramente pensando al gesto tecnico senza farsi distrarre dal risultato finale per chiudere vittorioso di fatto già alla penultima buca dove si è presentato con due colpi di vantaggio, aggiunge Marconi.

Va detto che il campione americano negli ultimi due anni ha risalito il suo abisso mostrando una versione inedita di sé. Da dominatore glaciale e indistruttibile dei primi anni Duemila, Woods si è trasformato in uno sportivo più umano sia in campo (dove adesso sembra capace di soffrire e rimontare, permettendosi di scherzare con gli avversari sui green) che fuori, dove spesso si ferma a firmare autografi o a sorridere ai fan.

Tiger Woods 2019

Anche mediaticamente Tiger Woods ha dimostrato che il golf non può fare a meno di lui, indipendentemente dal numero di trofei conquistati e dall’ascesa di una nuova generazioni di talenti. Ad Atlanta una folla incredibile lo ha accompagnato in massa lungo le 18 buche dell’ultimo Tour Championship, dopo la vittoria dell’Augusta Masters è arrivata l’onorificenza concessa dal presidente Donald Trump. Un affetto riservato solo ai grandi attori di Hollywood e alle rockstar. Nel golf non era mai successo.

Alessandro Dattilo

Alessandro Dattilo

Giornalista, storyteller, blogger, formatore, ghostwriter. Aiuta aziende e professionisti a raccontare la loro storia, a trasferirla sul web, a farla diventare un libro. Tiene seminari su Brand Journalism e Scrittura Efficace per il Business. Oggi è Senior Content Manager per Roberto Re Leadership School e Stand Out – The Personal Branding Company e docente del programma HRD – Da Manager a Leader. Fondatore di TorinoStorytelling e RomaStorytelling, ha scritto e parlato per quotidiani nazionali, network radiofonici e tv locali. Sul web ha lavorato come consulente editoriale e content manager per il Gruppo Enel, Ferrovie dello Stato, Treccani, Ferpi, Fastweb, Reale Mutua, Comin & Partners e molti altri. Per Mondadori ha pubblicato nel 2014 il libro "Scrittura Vincente", una guida pratica su come usare la parola scritta per raggiungere più facilmente i propri obiettivi in campo aziendale, commerciale, professionale.

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