Golf

Garcia, il golfista che si auto-sabotava

By 21 Aprile 2017Maggio 17th, 2019No Comments

“È evidente, non sono bravo abbastanza. Sono arrivato alla conclusione che al massimo posso puntare al secondo o al terzo posto. Non è frustrazione, lo penso davvero”. Con un dialogo interno del genere, un golfista non solo NON PUÒ vincere un master, ma nemmeno la gara del circolo. Eppure, lo stesso atleta che nel 2012, dopo una bruciante sconfitta, aveva dichiarato queste cose alla stampa, pochi giorni fa ha smentito se stesso andando a vincere per la prima volta, a 37 anni di età, il Masters di Augusta, uno dei quattro tornei major, i più importanti della stagione del golf professionistico maschile. Unico major che si disputa fin dalla prima edizione (1934) sullo stesso campo e si gioca ogni anno all’Augusta National Golf Club, in Georgia (USA), in uno dei più esclusivi club del mondo.

L’autore di queste parole “auto-sabotanti” è Sergio Garcia, l’uomo che a 19 anni di età si era piazzato secondo dietro a Tiger Woods al PGA Championship. Una promessa, un vero enfant prodige. Dopodiché, il buio: 74 major giocati senza mai vincerne uno! Una carriera costellata da occasioni gettate al vento, caratterizzata da un talento immenso nel gioco, ma senza quel killer instinct mentale che, nello sport e nel golf, fa la differenza tra la vittoria e la sconfitta.

Se segui questo blog, e ti interessi al coaching sportivo, saprai bene che i pensieri negativi minano alle fondamenta le possibilità di successo di qualunque atleta. Ma quegli “ancoraggi”, c’è da chiedersi, avranno fatto rivivere a Garcia i demoni del passato? Lo spagnolo ha trionfato solo dopo i playoff, grazie a un ultimo giro in cui, ad un certo punto, sembrava spacciato. Non a caso Josè Maria Olazabal, uno che di Masters ne ha vinti due, gli aveva mandato un messaggio più da mental coach che da tecnico: “Sai ciò che devi fare: credi in te stesso!”.

La vittoria di due settimane fa ci consegna un giocatore che avrà di certo cambiato il suo dialogo interno nei momenti difficili: durante l’ultimo giro, dopo essere andato sotto di due colpi rispetto a Justin Rose a cinque buche dalla fine del torneo, alla buca 15 ha piazzato un Eagle che lo riportava splendidamente in gara. Qualcosa è scattato, la credenza negativa è stata collassata. Dopo oltre settanta major senza una vittoria, il campione spagnolo ha dimostrato che se ci credi veramente, non è mai troppo tardi per vincere.

Un altro golfista a cui è cambiata l’auto-immagine in questi giorni è Dodo Molinari. La vita, qualche volta, ti regala situazioni che riescono a modificare la prospettiva precedente.  E ci sono persone che quella volta continuano a cercarla finché non la trovano. Edoardo Molinari, fratello di Francesco (Chicco, ultimo vincitore dell’Open d’Italia), a 36 anni è tornato alla vittoria in Marocco in un torneo dell’European Tour, a sette anni di distanza dall’ultimo successo. La vittoria di Dodo in Marocco, il giorno di Pasqua, se non una resurrezione è stata quanto meno una rinascita. E sì perché per il golfista piemontese gli ultimi anni – tra infortuni e sfortune – sono stati una vera Via Crucis. Edoardo però non ha mai mollato, ha sempre creduto in se stesso, inseguendo con incredibile ostinazione i propri obiettivi.

Nell’ultimo torneo vinto ha giocato il finale in rimonta, partendo quattro colpi sotto ma dimostrando volontà e solidità mentale eccezionali. Grazie a due accoppiate Birdie ed Eagle alla 11/12 e alla 17/18 che gli hanno permesso di raggiungere l’avversario, per batterlo poi al playoff. Una vittoria che conferma il ritorno di Edoardo in virtù proprio di una tenacia mentale fuori dalla norma. Rinascita che può avvenire solo a chi ci crede, a chi possiede forte autostima, credenze potenzianti, capacità, unite a un carattere volitivo. Questo il segreto per tornare grandi. Come direbbe Massimiliano Allegri, tecnico juventino: “Se sei forte di testa, poi sei forte anche sul campo”.

Anche per Dodo, così come per Garcia, il campo ha dimostrato che Allegri aveva ragione.

Alessandro Dattilo

Alessandro Dattilo

Giornalista, storyteller, blogger, formatore, ghostwriter. Aiuta aziende e professionisti a raccontare la loro storia, a trasferirla sul web, a farla diventare un libro. Tiene seminari su Brand Journalism e Scrittura Efficace per il Business. Oggi è Senior Content Manager per Roberto Re Leadership School e Stand Out – The Personal Branding Company e docente del programma HRD – Da Manager a Leader. Fondatore di TorinoStorytelling e RomaStorytelling, ha scritto e parlato per quotidiani nazionali, network radiofonici e tv locali. Sul web ha lavorato come consulente editoriale e content manager per il Gruppo Enel, Ferrovie dello Stato, Treccani, Ferpi, Fastweb, Reale Mutua, Comin & Partners e molti altri. Per Mondadori ha pubblicato nel 2014 il libro "Scrittura Vincente", una guida pratica su come usare la parola scritta per raggiungere più facilmente i propri obiettivi in campo aziendale, commerciale, professionale.

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