Ciclismo

Giro d’Italia: ecco come il Coach ti aiuta a convertire l’energia

By 3 Maggio 2016Maggio 22nd, 2019No Comments

Sta per iniziare il Giro d’Italia e migliaia di appassionati di ciclismo già si chiedono chi sarà l’atleta che riuscirà a tenere la Maglia Rosa fino alla fine! Come ben saprai, questo è uno sport molto duro e faticoso, che richiede non solo grandi doti fisiche, ma anche grande concentrazione e resistenza mentale. Non sono pochi infatti gli atleti delle due ruote che vengono coadiuvati da un mental coach, indispensabile per gare così intense e di lunga durata.

I corridori percorreranno più di 3.000 chilometri in circa tre settimane, dal 6 al 29 maggio, con medie intorno ai 165 chilometri per tappa. Giusto per la cronaca, il Giro d’Italia partirà per la 12° volta dall’estero. Dopo il via dall’Olanda, con una crono individuale e due tappe piatte, si ripartirà da Catanzaro. Alla fine ci sarà un grande ritorno sulle Dolomiti che aprirà una settimana di emozioni sulle montagne.

Ma quali sono le parole chiave intorno alle quali un mental coach costruisce immagini e obiettivi per la motivazione di un corridore? Proviamo a vederne alcune insieme:

Passione

Il Giro d’Italia non è una classica, tipo la Milano-Sanremo che dura un giorno solo. Alla base di una corsa a tappe così intensa, il coach lavorerà sulla passione che l’atleta deve coltivare in favore di questo sport. Dovrà aiutarlo a ripercorrere mentalmente ed emotivamente le tappe della sua storia professionale, gli inizi da ragazzo, i primi sacrifici, le battaglie per convincere i genitori a concedere il permesso per allenarsi, le rinunce rispetto ai suoi coetanei. Insomma, è in questi momenti che la biografia di un professionista rientra in gioco in maniera consistente: il coach attinge all’identità personale, ai valori etici, alla mission che spinge un ciclista ad alzarsi tutte le mattine, alla visione di ciò che sarà il suo futuro. In una parola: entusiasmo, sentimento. Vero carburante che deve fare da sottofondo non solo durante la gara, ma anche quando di sera l’atleta è in albergo e la sua mente è affollata di pensieri e preoccupazioni.

Paesaggi

Le montagne aspre, i litorali luminosi, i boschi freschi, le pianure assolate. Il Giro d’Italia è una delle corse più spettacolari al mondo grazie proprio ai suoi panorami intensi, goduti dagli spettatori ma anche dagli stessi corridori che sfidano la fatica in sella alle loro biciclette. Non pensare che lo sfondo sia un dettaglio da poco: un atleta mentre pedala non guarda soltanto la ruota davanti a sé o gli avversari che gli sfilano intorno. A tratti il suo sguardo trae ispirazione dalla bellezza del paesaggio, dalla solidità delle rocce, dall’energia delle onde del mare. La mente ha bisogno in certi momenti di ossigenarsi rispetto alle tossine della corsa: i colori, la luminosità, la presenza della natura sono una perfetta ancora mentale per un ciclista al massimo dello sforzo.

Cronometro

Delle 21 tappe, 3 saranno delle “cronometro individuali”. Si tratta – per chi non lo sapesse – di prove dove è il tempo che uno ci mette a compiere un certo percorso a stabilire la classifica, non l’ordine di arrivo. Ognuno insomma fa gara a sé, l’unico avversario è appunto il cronometro. Se nelle tappe di gruppo, il corridore non è costretto a spingere al massimo per l’intera giornata (anzi, gestirà le sue forze in base ai movimenti degli avversari e alle tattiche dei compagni secondo un gioco di squadra), nelle cronometro individuali il ciclista soffre la solitudine di dover “scalare” il tempo, di essere costretto ad andare più veloce delle lancette dell’orologio. Una prova di nervi, dove il fisico è sottoposto a pressioni micidiali. Tutto si gioca in poco più di un’ora circa, con gli atleti che percorrono 50-60 chilometri (questa di solito la lunghezza delle cronometro) al massimo della velocità che riescono a mantenere. Qui la testa è fondamentale: se cedi anche solo per un minuto, non la riprendi più. Il coach aiuterà il suo atleta a seguire un percorso mentale ben consolidato, fatto di micro-tappe mentali, con micro-obiettivi da raggiungere e premi di auto-motivazione che funzionano da propellente. Il tutto immaginando (e vivendo con tutti i 5 sensi) la mega-gratificazione che si otterrà una volta arrivati al traguardo.

Tifosi

Il ciclismo è uno dei pochi sport dove i tifosi ti possono “palpare” fisicamente. Lungo la strada – in certi tratti di salita dove i corridori vanno piano e non c’è pericolo – gli spettatori sono letteralmente in mezzo alla strada e spingono quasi fisicamente il corridore con le loro urla, applausi e incitamenti. C’è un contatto quasi fisico che alcuni ciclisti amano, se non fosse perché in salita, nel momento del massimo sforzo, subentra una sorta di orgoglio nel voler dimostrare ai propri tifosi di che pasta uno sia fatto. Il coach aiuterà quindi a convertire questa energia in benzina per le gambe, in vera adrenalina che aiuta a spingere la bicicletta verso l’alto. Ma il coach dovrà ugualmente preparare il suo atleta a difendersi dagli attacchi (per fortuna rari, rispetto ad altri sport) che arrivano dagli spettatori avversari, che parteggiano per il nemico e cercano in qualche modo di farti perdere la concentrazione. Senza arrivare alle secchiate d’acqua gelida di fantozziana memoria, l’insulto o lo sberleffo – se non gestiti con indifferenza totale – rischiano di essere un detonatore di energia negativa. E in quel momento, lasciar perdere la bicicletta per rincorrere chi ti ha insultato non porterà risultati alla tua corsa…

Alessandro Dattilo

Alessandro Dattilo

Giornalista, storyteller, blogger, formatore, ghostwriter. Aiuta aziende e professionisti a raccontare la loro storia, a trasferirla sul web, a farla diventare un libro. Tiene seminari su Brand Journalism e Scrittura Efficace per il Business. Oggi è Senior Content Manager per Roberto Re Leadership School e Stand Out – The Personal Branding Company e docente del programma HRD – Da Manager a Leader. Fondatore di TorinoStorytelling e RomaStorytelling, ha scritto e parlato per quotidiani nazionali, network radiofonici e tv locali. Sul web ha lavorato come consulente editoriale e content manager per il Gruppo Enel, Ferrovie dello Stato, Treccani, Ferpi, Fastweb, Reale Mutua, Comin & Partners e molti altri. Per Mondadori ha pubblicato nel 2014 il libro "Scrittura Vincente", una guida pratica su come usare la parola scritta per raggiungere più facilmente i propri obiettivi in campo aziendale, commerciale, professionale.

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