Champions Lab

Quando il genitore dell’atleta fa i danni

Malaga CF Lite tra genitori dei bambini

Perché certe volte i genitori dei piccoli atleti si comportano in modo ignobile? Com’è possibile che un genitore non capisca quanto male stia facendo ai propri ragazzi?

L’ultimo episodio è accaduto qualche giorno fa in Spagna, durante una partita di calcio giovanile tra i ragazzini del Malaga e quelli dello Sporting Lisbona. Ma di storie così ne capitano con frequenza anche da noi in Italia.

Vi invito a guardare questo breve video, un filmato che non ha bisogno di traduzione perché i gesti dicono più di mille parole. In una gara del torneo estivo di Huelva, nel golfo di Cadice, alcuni genitori presenti sugli spalti hanno iniziato a insultarsi fra di loro, scatenando un accenno di rissa. Vedendo la triste scena e l’imbarazzo dei suoi ragazzi, l’allenatore del Malaga ha interrotto la partita e guidato gli infastiditi calciatori sotto la curva, a pochi metri dai genitori che ancora litigavano. A quel punto, tutti abbracciati, i giovani si sono voltati con le spalle verso la tribuna in segno di protesta! Gli stessi bambini poco dopo hanno fatto segno “NO” con il dito indice, a ribadire l’inutilità di queste risse tra genitori. Qualcuno ha applaudito, altri hanno abbozzato di malavoglia.

Una lezione di certo indimenticabile, non sappiamo se concretamente utile a evitare che certe scene si ripetano in futuro. Purtroppo i genitori maleducati (alcuni ovviamente, non tutti) sono una piaga sportiva difficile da debellare. Nella mente dei ragazzini spagnoli, almeno questo, c’è solo da sperare che il gesto (diffuso via web grazie alla ripresa di un’emittente televisiva locale) abbia creato un ancoraggio positivo per evitare di riproporre in campo gli stessi comportamenti negativi.

genitori e bambini atleti

Non pochi giovani atleti, che chiedono aiuto a un mental coach sportivo, hanno bisogno di alleggerire la loro mente dalle zavorre emotive causate dai loro genitori. In certi casi sono alcuni allenatori, troppo severi o poco dialoganti, a generare mille paure e insicurezze nel bambino, che vorrebbe crescere attraverso lo sport vivendolo ancora come un gioco dove ci si diverte con passione. Ma in molti casi è proprio nei familiari del ragazzo e della ragazza che si riscontrano gli atteggiamenti più improduttivi e ansiogeni.

Per una giovane adolescente che si affaccia alla vita adulta, magari facendo ginnastica artistica, tennis o pattinaggio (o qualunque altro sport di squadra, come la pallavolo), o per un ragazzino che inizia a giocare a calcio, a basket o a praticare atletica, il fatto di sentire la voce di un proprio genitore martellare con urla e insulti la scena sportiva (attuando di fatto una vera invasione di campo “psicologico”), è un’esperienza mortificante e umiliante verso i compagni, gli avversari, l’allenatore e l’arbitro, oltre che fastidiosa nei confronti della concentrazione agonistica. Già un atleta di qualunque età deve fare i conti con un’altra partita che si svolge solo nella propria testa, quella con il dialogo interno che cerca di insinuare mille paure e insicurezze, e che va gestita grazie alle strategie e alle tecniche insegnate dai mental coach.

Se a questa gara “interna”, fatta di stati d’animo a volte fuori controllo, aggiungiamo la componente “genitore fuori di testa“, capirete da soli che il cocktail può diventare infernale. Proprio per questo Sport power Mind ha creato il progetto Champions Lab per favorire la crescita dei giovani talenti dello sport attraverso la cultura del mental coaching, inteso come approccio valoriale alla crescita del ragazzo.

Champions Lab Sport Power Mind

Quando il giovane sportivo assimila i giusti atteggiamenti e la mentalità necessaria per affrontare il futuro mondo professionistico, i genitori non rimangono insensibili: anzi, ne assimilano di riflesso i benefici del lavoro fatto con il ragazzo. Spiega Lorenzo Marconi, amministratore di Sport Power Mind e mental coach di atleti di diverse discipline sportive: “Sempre di più, per fortuna, ci sono genitori che si rivolgono a noi per favorire l’apprendimento delle tecniche di preparazione mentale dei propri ragazzi, e la motivazione non è solo meramente legata alla crescita in ambito sportivo, ma sanno che la crescita del giovane coinvolgerà le sfere della vita a 360°”.

Alessandro Dattilo

Alessandro Dattilo

Giornalista, storyteller, blogger, formatore, ghostwriter. Aiuta aziende e professionisti a raccontare la loro storia, a trasferirla sul web, a farla diventare un libro. Tiene seminari su Brand Journalism e Scrittura Efficace per il Business. Oggi è Senior Content Manager per Roberto Re Leadership School e Stand Out – The Personal Branding Company e docente del programma HRD – Da Manager a Leader. Fondatore di TorinoStorytelling e RomaStorytelling, ha scritto e parlato per quotidiani nazionali, network radiofonici e tv locali. Sul web ha lavorato come consulente editoriale e content manager per il Gruppo Enel, Ferrovie dello Stato, Treccani, Ferpi, Fastweb, Reale Mutua, Comin & Partners e molti altri. Per Mondadori ha pubblicato nel 2014 il libro "Scrittura Vincente", una guida pratica su come usare la parola scritta per raggiungere più facilmente i propri obiettivi in campo aziendale, commerciale, professionale.

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