
Gli applausi di San Siro – lui ex interista, oggi tecnico del Crotone che ai primi di febbraio ha strappato un pareggio contro i nerazzurri – sono stati il riconoscimento più emozionante. È una gran bella storia quella che sta scrivendo Walterone Zenga, indimenticato portiere dell’Inter e della Nazionale (e della Sampdoria!) e oggi allenatore in serie A al posto di Nicola, tecnico rivelazione della scorsa stagione.
Dopo un momento-no nella sua carriera di Mister (esonerato più volte dalle panchine di club arabi, dalla Sampdoria di Ferrero e dal Wolverhampton in seconda divisione inglese), ora Zenga si sente uscito dal tunnel. Grazie a un capillare e importante lavoro su se stesso, è tornato a essere “l’Uomo Ragno”, così com’era stato ribattezzato da tifosi e giornalisti.
In un’intervista-fiume rilasciata nei giorni scorsi per il Corriere dello Sport a Walter Veltroni, Zenga ha raccontato i momenti di difficoltà e la capacità di rialzarsi, grazie all’affetto della sua famiglia e a un grande lavoro interiore fatto a tu per tu con Roberto Re, suo amico (abitano entrambi a Dubai) e mental coach di affermata competenza in diversi ambiti, fra cui quello del coaching sportivo a beneficio di campioni di fama internazionale.
Per Zenga, riuscire oggi a trasmettere maturità, equilibrio e serenità è dovuto a una rinascita psicologica che arriva dopo un momento davvero difficile per lui, specie sotto l’aspetto emozionale. Così spiega Zenga nell’intervista al Corriere: “Ci sono persone che si sono prese a cuore il farmi uscire dal tunnel. Questa persona si chiama Roberto Re. È un mental coach e con lui ho avuto la possibilità di ragionare, di analizzare, di vedere le cose con una luce nuova. Tutte queste cose mi hanno permesso di rinascere, come l’araba fenice che mi sono tatuata sulla gamba”.
Walter, come racconta Roberto, è un uomo di incredibile spessore, dotato di un’umiltà e una continua voglia di imparare e mettersi in gioco davvero rare! “Fortunati i suoi giocatori – dice Re – con lui alla guida non hanno solo un bravissimo allenatore, ma un vero Coach che può farli crescere e migliorare ogni giorno come professionisti e come uomini. Sono molto orgoglioso del lavoro svolto insieme e felice della nostra collaborazione ma, ancora di più, della nostra amicizia”.
Zenga, che nel Crotone allena molti giovani e che continua a credere nel talento italiano prima ancora che straniero, ribadisce che i ragazzi devono coltivare l’ambizione di fare qualcosa di grande, devono avere il coraggio di rischiare. “Se ognuno di loro si accontenta di giocare in serie A, sbaglia. È giusto pensare in alto perché l’ambizione, senza arroganza, è quella che ti fa andare avanti. Dico sempre ai miei calciatori che devono vivere per il calcio, non far sì che il calcio gli permetta di vivere. È una differenza sottile, ma fondamentale”.
“Il nostro è un mestiere bellissimo – conclude l’intervista – lo dico con l’emozione nella voce perché ti accorgi di quanto ti manca questo pallone quando smetti di giocare. Quando ho appeso gli scarpini al chiodo, mi sono detto: che bello! Posso finalmente andare in vacanza quattro volte l’anno, non avere più stress, svegliarmi alle undici, godermi la vita. Dopo quattro giorni ero lì che volevo picchiare la testa contro il muro. Per questo sono felice di essere ritornato nuovo. Come uomo di calcio e come uomo!”.