Calcio

Gasperini, leadership e mentalità vincente

By 11 Gennaio 2018Maggio 15th, 2019No Comments

Nelle ultime quattro partite, tra il 23 dicembre e il 6 gennaio, i ragazzi di Gasperini hanno sconfitto Milan, Napoli (in coppa Italia) e Roma. Tre vittorie, tutte in trasferta, contro tre formazioni di vertice. Botti di fine e inizio anno!

È normale quindi che a Bergamo il Gasp sia diventato un vero e proprio mito per i tifosi nerazzurri, una popolarità che arriva a… insidiare quella dell’eroe dei due Mondi. A Bergamo c’è chi (seriamente) sta raccogliendo firme per “sostituire – scrivono i firmatari – la statua di Garibaldi, situata alla rotonda dei Mille, con quella di Gasperini, il condottiero di questa grandissima Atalanta, colui che ha cambiato il modo di pensare dei tifosi atalantini e della società, riuscendo a raggiungere obiettivi impensabili prima”.

Stravaganti esagerazioni? Probabile. Meglio restare con i piedi per terra. Ma qualcosa intorno al Gasp si sta muovendo: artefice dell’Atalanta che, dopo il quinto posto dello scorso campionato, si sta confermando in Serie A, sta stupendo in Europa e ora sogna pure la finale di Coppa Italia, il tecnico torinese è finito nel mirino dei dirigenti milanisti per sostituire Gattuso a fine stagione sulla panchina rossonera. Il Milan pensa a lui dunque in ottica futura.

Approfondiamo allora meglio, in chiave di coaching sportivo, una serie di temi che evidenziano la qualità del lavoro mentale che Gasperini sta svolgendo sui singoli componenti della squadra, sull’identità societaria e sull’ambiente cittadino che circonda questa favola sempre più reale.

Risultati

Alla base delle credenze che trasferisce ai suoi giocatori ci sono i risultati, che funzionano da elementi di riferimento necessari a sostenere le credenze stesse.

In campionato, dove è sesta alle spalle delle 5 big:

  • “Possiamo battere anche le grandi” (Milan, Napoli e Roma)
  • “Possiamo vincere anche in trasferta” (Milan, Napoli e Roma)
  • “Possiamo farlo anche in inferiorità numerica” (con la Roma, all’Olimpico, l’Atalanta ha vinto nonostante abbia giocato metà gara in 10 uomini)

In Europa League, attualmente ai sedicesimi di finale, dopo aver concluso in testa il proprio girone con 4 vittorie e 2 pareggi.

In Coppa Italia, ora in semifinale contro la Juventus, dopo aver eliminato il Napoli.

Riferimenti che il tecnico mantiene sempre vivi per rendere più solida la piattaforma mentale e tenere alti gli standard. I suoi ragazzi non devono mai scordare, né in allenamento né in partita, che con il gioco e il dinamismo, anche le big si possono sconfiggere. E che grazie al lavoro serio, i risultati arrivano.

Leadership

Guidare con esempio è il suo stile di gestione del gruppo. Eccetto qualche intemperanza in panchina, in generale la sua è una leadership silenziosa, in punta di piedi. Un po’ stile Juve, società dove ha trascorso 20 anni nelle giovanili, sia da calciatore che da tecnico.

Non lo sentirete mai lamentarsi delle circostanze, della VAR, della sfortuna. Alla squadra Gasp trasmette i valori dell’ambizione, dell’entusiasmo, dell’inutilità del pessimismo. Molto meglio concentrarsi sulla coesione e sulla compattezza del gruppo.

Un esempio? Dopo ogni vittoria, la squadra si mette in mostra per la foto. Tutti abbracciati e stretti come una grande cupola. Se farsi la foto prima della gara rientra nella norma, alla fine invece non lo fa nessuno. È vero, alcuni dopo una vittoria corrono sotto la curva tenendosi per mano: ma la foto è un simbolo più potente, un’immagine che funziona da ancoraggio, una visione intrigante di futuro che aiuta a modellare il presente, che stimola nei calciatori l’idea di battersi per rafforzare la propria identità. E consentire tra l’altro ai tifosi di condividerla a raffica sui social network.

Princìpi

Solidi e antichi. Ecco cosa scrive sul Foglio il giornalista Alessandro Bonan: “Giocano a memoria un calcio d’altri tempi. I destri a destra, i sinistri a sinistra. Gli avversari sono studiati e marcati di conseguenza. La rudezza e il talento si fondono fino a perdersi l’una nell’altro. L’uomo con i capelli bianchi in panchina è l’immagine dell’ingegno. Gasperini è il Brunelleschi del calcio, ha costruito la sua opera più importante con sistemi antichi ma rivoluzionari”.

Dopo la vittoria sul Napoli, anche Arrigo Sacchi, sulla Gazzetta dello Sport, ha ripreso il tema dei valori e del gioco: “Gli atalantini sono scesi in campo forti delle proprie idee e del proprio lavoro: si sono affidati al gioco, che prevede dinamismo, collaborazione e sincronismi. Hanno innalzato i loro valori al limite massimo e alla fine non soltanto si sono qualificati, ma sono usciti anche degni vincitori.

Gasperini sta dando un’identità e uno stile alla propria squadra, convinto che la strada per il successo e per il miglioramento del singolo dipenda dal lavoro e da una idea di gioco importante. Ha dato una mentalità che non prevede il pessimismo e il lasciare il comando del pallone all’avversario: si attacca in tanti e si difende con molti, ben organizzati, con le idee chiare e una straordinaria base didattica e psicologica. Oggi l’Atalanta è una realtà che esalta la propria storia”.

Giovani

Questo è forse il merito principale di Gasperini: infondere fiducia nei più giovani, tirar fuori il coraggio anche dai più timidi, valorizzarne il talento. Ha fatto vendere all’Atalanta Gagliardini, Conti, Carmona, Sportiello, Grassi, Kessie, Zukanovic. Ha riempito le casse e ricominciato come se niente fosse con il suo calcio. Si appoggia ai giovani e non sbaglia mai. Perché porta risultati, tiene saldo il timone della sua leadership e si dimostra coerente con i suoi principi. Una ricetta semplice e antica, come la saggezza di chi crede che lo sport in fondo sia un gioco serio, che premia la fantasia, il coraggio e la voglia di non mollare mai.

Alessandro Dattilo

Alessandro Dattilo

Giornalista, storyteller, blogger, formatore, ghostwriter. Aiuta aziende e professionisti a raccontare la loro storia, a trasferirla sul web, a farla diventare un libro. Tiene seminari su Brand Journalism e Scrittura Efficace per il Business. Oggi è Senior Content Manager per Roberto Re Leadership School e Stand Out – The Personal Branding Company e docente del programma HRD – Da Manager a Leader. Fondatore di TorinoStorytelling e RomaStorytelling, ha scritto e parlato per quotidiani nazionali, network radiofonici e tv locali. Sul web ha lavorato come consulente editoriale e content manager per il Gruppo Enel, Ferrovie dello Stato, Treccani, Ferpi, Fastweb, Reale Mutua, Comin & Partners e molti altri. Per Mondadori ha pubblicato nel 2014 il libro "Scrittura Vincente", una guida pratica su come usare la parola scritta per raggiungere più facilmente i propri obiettivi in campo aziendale, commerciale, professionale.

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