Messi che vomita durante la finale del 2014 contro la Germania. Ronaldo il Fenomeno, in preda alle convulsioni, che rischia di non scendere in campo contro la Francia. Zidane che parte di capoccia contro Materazzi. De Rossi che perde la testa e con una gomitata apre lo zigomo a un giocatore degli Stati Uniti.
La storia dei campionati del mondo di calcio è ricca di aneddoti di campioni che hanno completamente perso la testa, mandando all’aria le sorti della loro squadra. Giocandosi una partita, una finale, un Mondiale.
Gestire lo stress a certi livelli può essere un’impresa difficile anche per atleti di esperienza internazionale. A volte neppure una batteria di mental coach può riuscire ad aiutare dei top-player rimasti imprigionati in una ragnatela di emozioni negative!
Era l’8 luglio del 2014. Un’intera Nazione aspettava, trattenendo il respiro, che la propria squadra – il Brasile di Fred, Oscar, Luiz Gustavo e Fernandinho – facesse un sol boccone della Germania di Muller, Klose, Khedira e Schweinsteiger. A Belo Horizonte si giocava la semifinale dei Mondiali. I gialloverdi padroni di casa erano super-favoriti. È finita come nessuno al mondo poteva immaginare: sette reti a uno per i tedeschi. Un black-out mentale senza spiegazioni. Una sconfitta storica, un popolo in ginocchio, disperato.
Il Brasile aveva già subito uno shock mondiale. Nel 1998, a poche ore dalla finalissima contro la Francia, Ronaldo detto il Fenomeno, il super-atteso da tutto il mondo, viene ricoverato d’urgenza per un malore improvviso. Lui stesso ha raccontato: “Non respiravo più. Ho temuto di morire. Per trenta secondi sono stato malissimo, ho avuto le convulsioni”. Lo stress può giocare scherzi incredibili.
Quattro anni fa è toccato a Messi, anche lui al centro delle attenzioni mediatiche. Durante Germania-Argentina, la Pulce non riesce a dominare la tensione e continua a vomitare a più riprese. I sudamericani usciranno dal Maracana sconfitti per 1-0. Messi collezionerà più errori che colpi di classe.
Ricordate Daniele De Rossi ai Mondiali del 2006, quello vinto dagli azzurri guidati da Marcello Lippi? Durante le prime fasi del torneo, contro gli Stati Uniti, il centrocampista romano stacca il cervello e colpisce con veemenza un avversario: gomito contro zigomo. Risultato, quattro giornate di squalifica e figuraccia internazionale. De Rossi, uno dei nostri più valorosi guerrieri, non è nuovo a questi improvvisi cortocircuiti.
Impreviste invece le reazioni di due “apparentemente” tranquilli ed equilibrati come Zidane (testata impulsiva a Materazzi e fine-carriera anticipata) e Roberto Baggio (paralisi mentale sul dischetto del rigore, nella finale dei Mondiali del 1994 contro il Brasile). Baggio racconterà di aver percepito una realtà deformata: di colpo, la porta rimpicciolirsi e le mani del portiere ingrandirsi a dismisura.
I mental coach sanno bene quanto lavoro vada fatto sulle credenze depotenzianti e sulle sotto-modalità che possono amplificare le percezioni. Molti atleti sotto stress possono ribaltare le eccezionali prestazioni ottenute in allenamento, quando i riflettori sono spenti e il pubblico è benevolo.
Nella lunga cavalcata verso i Mondiali, un torneo che può durare anche un mese intero, i calciatori devono gestire soprattutto un sano equilibrio mente-corpo. Sarà forse per questo che, in mezzo alle decine notizie di colore, si inserisce quella di Vera Ribeiro, psicologa e sessuologa nonché moglie del portiere Rui Patricio. Come ricetta anti-stress, Vera raccomanda l’attività sessuale durante il Mondiale. Una sorta di messaggio preventivo al CT Fernando Santos, accompagnato da una teoria che evidenzia i pericoli dell’astinenza.
Ma non è l’unica stravaganza in questo circo mediatico che lega il football allo stress da competizione. Il pallone con cui verranno inaugurati i Mondiali è stato mandato nello spazio. Due cosmonauti russi ci hanno giocato a calcio sulla Stazione Spaziale Internazionale. Lo stress-test ha funzionato. Peccato non aver potuto mandare in orbita la nostra Nazionale prima della doppia sfida con la Svezia, che ci è costata l’eliminazione. Anche l’Italia è stata vittima di un black-out mentale. Che ci costringerà a fare il tifo per il Panama o per l’Islanda.